Vai al Blog

Storia Opel Astra, dalla Kadett alle ultime uscite

1 Settembre 2015

Tutta la storia dello “Spirito Audace” Col debutto della nuova generazione della Opel Astra, la Casa del fulmine ha cercato di […]

Tutta la storia dello “Spirito Audace”

Col debutto della nuova generazione della Opel Astra, la Casa del fulmine ha cercato di incentivare il livello di comfort, tecnologia e sicurezza. Il fondamento per ogni nuova generazione infatti è l’Innovazione, a partire dal motore quattro cilindri raffreddato ad acqua della Kadett A (1962), l’aerodinamica della Kadett E (1984) o i fari anteriori attivi (AFL) della Astra H (2004), ogni generazione si avvicina sempre di più al sogni di ogni persona. 

Quindi in questo articolo vedremo come la storia dalla prima Opel Astra si arriva alla nuova uscita.  Teoricamente la Kadett del 1936 (spesso indicata anche come Kadett I) è la primissima generazione della Kadett, anche se di solito si tende a considerare come capostipite la Kadett A.

Opel Kadett A

La prima Opel “ufficiale” uscì dopo quasi 20 anni dalla seconda guerra mondiale e questa decisione fu presa nel  1962, con la Opel Kadett A (sostanzialmente una ‘seconda’ serie del modello) su cui la dirigenza improvvisò un piano di investimenti ambizioso e, infine, ben riuscito iniziando così la generazione Opel Astra.

La sua carrozzeria raccolta ed essenziale, come si richiedeva per una vettura di un solo litro di cilindrata, presentava linee squadrate, pinne verticali ai lati del cofano motore e del bagagliaio, paraurti e fari cromati, finestrini deflettori anteriori apribili, pneumatici con banda di colore bianco. La vettura inoltre pesava solo 670 kg in ordine di marcia (ovvero con ruota di scorta, attrezzi e tutti i liquidi di rifornimento, benzina compresa). Con un motore da soli 40 cavalli la Opel Kadett A aveva prestazioni quasi analoghe a quelle della più grande Opel Rekord. Meccanicamente, l’auto era dotata di trasmissione ed albero con un solo giunto cardanico, sospensione anteriore indipendente a balestra trasversale e bracci sovrapposti scatolati, sospensione posteriore ad assale con balestre semiellittiche longitudinali, sterzo a pignone e cremagliera.

Opel Kadett B

Alla generazione Opel Astra si aggiunse poi la Kadett B che fu progettata pensando ad eliminare quei difetti della Kadett A come ad esempio l’abitabilità e le prestazioni migliorabili.

 

opel kadett b

Per questo, oltre ad utilizzare un pianale allungato, venne posta una particolare attenzione nella progettazione del motore, che venne rivisto e sottoposto a profondi aggiornamenti in maniera tale da ottenere un soddisfacente aumento di prestazioni, ma anche un soddisfacente calo dei consumi. La Kadett B venne svelata nel settembre del 1965 al Salone di Francoforte in un clima di ottimismo, visti i soddisfacenti risultati di vendita della precedente Kadett. Infatti, se il lancio della Kadett A avvenne fra timori e speranze data la lunga assenza della Casa di Rüsselsheim dal segmento delle vetture di fascia medio-bassa, quello della Kadett B avvenne invece con molto più entusiasmo e con la stessa Casa madre che sembrava aver trovato una maggior fiducia nelle proprie potenzialità, dato che le Kadett si stavano rivelando una temibile concorrente nei confronti del Maggiolino.

Opel Kadett C

I primi disegni e modelli in scala 1:1 della futura Kadett C ci furono nel 1967. Anche nel 1969 si continuò con altre proposte di stile, ma si capiva che la vettura doveva essere prodotta i nuovo in più varianti di carrozzeria, dal momento che molti dei primi disegni relativi alla vettura illustravano diverse varianti di carrozzeria.

Opel Kadett C

Fu solo nell’estate del 1970 che venne avviato il progetto 1865, noto anche come progetto T-Car. Tale progetto venne impostato in maniera tale da porre ulteriormente l’accento sull’esigenza, da parte della General Motors (all’epoca proprietaria del marchio Opel), di creare una “world-car” da poter produrre in ogni angolo del mondo per venire incontro alle esigenze dei vari mercati disseminati sul pianeta. Il clima in cui il progetto si sviluppò e si concretizzò nella nuova autovettura non fu dei migliori: indagini su scala mondiale rivelarono una presunta pericolosità dell’automobile e della sua diffusione. Inquinamento e incidenti stradali in continuo aumento videro l’automobile come unica e sola indiziata. La vettura finita venne presentata alla fine dell’estate 1973 al Salone di Francoforte, ma già ad agosto ne venne avviata la produzione unendola alla generazione Opel Astra. Lo scenario in cui la nuova Opel debuttò era apparentemente ostico, ma in realtà non avrebbe tardato a complicarsi ancora di più con l’avvento, pochi mesi dopo, della crisi petrolifera.

Opel Kadett D

A metà degli anni settanta si assistette a una doppia rivoluzione: in primo luogo, sempre più vetture stavano adottando la trazione anteriore, una soluzione che, specialmente se abbinata alla disposizione trasversale del motore, consentiva di dedicare maggior spazio all’abitacolo e quindi di ottenere migliori livelli di abitabilità;

in secondo luogo, un’altra tendenza dei costruttori era quella di convertire molte vetture, specialmente quelle di segmento C, a una nuova configurazione a due volumi con portellone, una configurazione che consentiva una maggior praticità unità all’ottenimento di un bagagliaio più ampio e più facilmente accessibile. In quel periodo furono molti i costruttori che si uniformarono (o che si stavano per uniformare) a queste nuove tendenze applicandole ai loro nuovi modelli di fascia medio-bassa: già nel 1968 la Simca inaugurò questa tendenza con la sua 1100, modello di successo che avrebbe aperto la strada a questo nuovo modo di intendere l’automobile. Nel 1974 la Volkswagen trovò finalmente la quadratura del cerchio nella ricerca di un erede per il suo Maggiolino e lanciò la prima generazione della Golf, che da subito riscosse un enorme successo. La Renault stava per lanciare la sua R14, che di successo ne ottenne meno, ma non di certo per sua colpa. In Italia la Fiat era già in piena fase di sviluppo della sua Ritmo, destinata ad affiancare e in seguito a sostituire la best-seller 128. E in più la stessa Simca stava per lanciare la Horizon, che verrà però commercializzata come Chrysler prima e come Talbot dopo. Tutte vetture a trazione anteriore e con portellone, le quali, chi più chi meno, seppero inserirsi in un mercato in fase di evoluzione. Tutto ciò non poté passare inosservato agli occhi dei dirigenti Opel, che già nel 1974 (pochi mesi dopo il lancio della Kadett C) avviarono il progetto 2040, destinato alla nuova generazione della Kadett, ma che comunque, per precauzione, presero a tastare il mercato nel 1975 con il lancio della Opel Kadett City, basata sulla Kadett C ma più compatta a causa dell’eliminazione del terzo volume in favore di un pratico portellone. I dati di vendita, seppur non eccezionali (poco più di 260.000 esemplari in quattro anni), convinsero i vertici Opel e GM a continuare su quella strada. Per questo il progetto 2040 nacque e si sviluppò proprio sui punti cardine relativi a trazione anteriore e carrozzeria hatchback con portellone. Durante la seconda metà degli anni settanta i prototipi allestiti percorsero circa 1,5 milioni di chilometri per i test sulla meccanica. L’investimento stanziato per questo progetto fu di ben 500 milioni di marchi, ma alla fine il progetto prese forma e nell’agosto del 1979 venne svelata la nuova Kadett D. Fu il Salone di Francoforte a salutare l’arrivo della nuova vettura di casa Opel.

Opel Kadett E

La genesi della Kadett E affonda le sue radici nel 1981, quando, al Salone di Francoforte, venne presentata la concept Tech 1, una sorta di laboratorio mobile, nato per sperimentare svariate soluzioni aerodinamiche, da applicare, poi, nella produzione di serie.

Opel Kadett E

Questa concept, che vantava un Cx di appena 0,235, annoverava non pochi contenuti stilistici ed aerodinamici, i quali sarebbero stati, poi, trasferiti in alcuni modelli prodotti in serie, primi fra tutti la Omega A e la stessa Kadett E. Il progetto, che avrebbe portato a questa nuova generazione della Kadett, fu implementato cercando, però, di riprendere molti contenuti tecnici dalla precedente Kadett D. L’aspetto aerodinamico venne curato congiuntamente dal centro stile della Opel e da quello della General Motors, che, complessivamente, dedicarono ben 1.200 ore in galleria del vento. La vettura definitiva venne presentata al Salone di Parigi del 1984, ma la sua produzione venne già avviata poco prima, presso lo stabilimento di Bochum. In Regno Unito, come al solito, la vettura venne prodotta e commercializzata come Vauxhall Astra.

Opel Astra F

Tra il 1991 e il 1997 furono costruite circa 4,13 milioni di Astra F, che diventò così la Opel più venduta di tutti i tempi. Lo sviluppo si concentrò sull’unione di design moderno e abitacolo spazioso, maggior comfort e protezione dell’ambiente.

La vettura che succedette alla Kadett prese il nome del modello britannico (la quarta generazione di Kadett era stata venduta nel Regno Unito con il nome di Vauxhall Astra dal 1980). Tutte le Astra avevano di serie un sistema di cinture di sicurezza attive con tensionatori sulle cinture anteriori, cinture regolabili in altezza e protezioni laterali come le doppie barre di rinforzo in acciaio in tutte le portiere. Per la prima volta tutti i propulsori furono dotati di marmitta catalitica.

Opel Astra G

Al debutto, nella primavera del 1998, Astra era disponibile in versione 3 e 5 porte e come station wagon. La berlina 4 porte, la coupé e la cabriolet entrarono in gamma in un secondo momento. La seconda generazione di Opel Astra era una vettura completamente nuova. La carrozzeria interamente zincata del nuovo modello ebbe un ruolo fondamentale nel mantenimento di un valore elevato dell’usato.

La sicurezza attiva fu incrementata aumentando del 30% la luminosità dei fari anteriori alogeni trasparenti H7 e con il telaio Dynamic Safety (DSA) completamente ridisegnato, che abbinava comfort, agilità e sicurezza, anche a pieno carico. Il passo era più lungo di circa dieci centimetri, e l’abitacolo risultava pertanto più spazioso, in particolare vi era più spazio per le ginocchia al posteriore e il bagagliaio aveva un volume di ben 370 litri.

Opel Astra H

Con dodici motori da 90 a 240 CV e sette versioni, la scelta di Astra H era infinita. Ne furono vendute oltre 2,7 milioni di unità. Al momento del lancio avvenuto nel marzo 2004, l’Opel Astra terza serie si distingueva per il design moderno, un comportamento molto dinamico e numerose innovazioni tecniche.

Tra le novità tecnologiche di Astra spiccavano il telaio adattivo IDSPlus con Regolazione elettronica degli Ammortizzatori (CDC) e i fari anteriori adattivi Adaptive Forward Lighting (AFL) con illuminazione dinamica in curva.

Opel Astra J

Arte scultorea abbinata alla precisione tedesca – la Opel Astra J non incarna solo la nuova filosofia stilistica del marchio, ma aiuta chi guida con una serie di tecnologie che avevano già fornito un contributo significativo al successo di una berlina media come Insignia.

Opel Astra J

La telecamera anteriore Opel Eye riconosce i cartelli stradali e comunica a chi guida limiti di velocità e divieto di sorpasso, oltre ad avvisare in caso di allontanamento involontario dai limiti di carreggiata. Con i fari anteriori AFL+, Astra può guardare in curva e, se necessario, abbassare automaticamente le luci o passare agli abbaglianti. Con il nuovo telaio, che può essere ulteriormente potenziato con il sistema attivo FlexRide, l’Astra J può mettere pienamente in mostra tutte le sue capacità dinamiche.

Opel Astra K

Più leggera di 200 kg, con un abitacolo più spazioso nonostante la minore lunghezza e più efficiente grazie all’adozione di motori di nuova generazione: nuova Opel Astra rappresenta un considerevole passo in avanti in termini di sviluppo e debutta in anteprima mondiale al Salone dell’Automobile di Francoforte (IAA) a settembre 2015. La versione 5 porte di questa compatta di grande successo è ordinabile già da metà giugno.

Opel Astra K

I prezzi della nuova Opel Astra con motore benzina 1.4 litri partono da soli 17.260 euro, non un centesimo in più del modello precedente. 53 anni dopo essere stato presentato per la prima volta su una Kadett, un motore 1.000 cc torna sotto il cofano di una Opel compatta. Ma adesso l’unità tre cilindri turbo a iniezione diretta vanta quasi il doppio della potenza (77 kW/105 CV). L’Astra del 2015 è stata la prima vettura a portare nel segmento delle compatte i fari attivi IntelliLux LED Matrix. Una nuova generazione di sistemi di assistenza alla guida comprende il dispositivo per il riconoscimento dei cartelli stradali (Traffic Sign Assist) e il sistema di mantenimento della corsia di marcia (Lane Keep Assist) con funzione di allerta in caso di superamento involontario dei limiti di carreggiata (Lane Departure Warning), insieme all’indicatore della distanza di sicurezza (Following Distance Indication) e al dispositivo di allerta incidente (Forward Collision Alert) con frenata automatica in caso di collisione imminente (Collision Imminent Braking).

Opel Astra 2019

Con un livello di emissioni di CO2 tagliato fino al 21% rispetto al modello precedente e ben cinque motori in alluminio sotto la soglia dei 100 g/km di CO2, il restyling dell’Opel Astra è la più efficiente di sempre.

Opel Astra 2019

Questi risultati sono dovuti anche alle eccellenti caratteristiche aerodinamiche della vettura. Con un coefficiente di resistenza aerodinamica pari a 0,26, la Sports Tourer è una delle station wagon più aerodinamiche del mondo, e la versione 5 porte si posiziona al vertice del segmento.

Nuova Opel Astra 2021

Nel 2021 è stata presentata la nuovissima auto della generazione Opel Astra,  l’11a serie della compatta tedesca che per la prima volta è disponibile in versione ibrida plug-in a due livelli di potenza.

Opel Astra 2021

Sono inoltre disponibili efficienti motori benzina e diesel, in abbinamento ai cambi ad attriti ridotti manuale a sei rapporti e automatico a otto rapporti. La nuova Opel Astra è dinamica come mai, con superfici nette e tese, senza alcun elemento superfluo e con il nuovo volto del marchio, l’Opel Vizor.

Se vuoi  rimanere in contatto per chi è Audace come te, non esitare a visitare Astra Club Italia  

M.A1