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Volkswagen, gli sviluppi sulla guida autonoma

7 Settembre 2018

Erano gli anni ’70 e in casa Volkswagen si parlava già di guida senza conducente, di guida autonoma per intenderci. […]


Erano gli anni ’70 e in casa Volkswagen si parlava già di guida senza conducente, di guida autonoma per intenderci.

Anche se molte delle dotazioni presenti oggi su automobili di diversi segmenti, come il Lane Assist (l’assistente al mantenimento della corsia), il Front Assist (il sistema di monitoraggio della distanza) e l’ACC (il cruise control adattivo) all’epoca sembravano un’illusione o una fantasticheria.

Ma proprio a ridosso di quel decennio una squadra del Dipartimento di Ricerca, guidata dal pioniere tedesco dall’elettronica, Walter Zimdahl, gettò le basi per un progetto che di fatto aprì la strada verso la guida autonoma, attraverso uno studio sulla “sterzata automatica con visione computerizzata”.

E fu così, che grazie a nuove iniziative orientate al raggiungimento dei più alti standard di sicurezza, iniziò la fase di sperimentazione di un ampio ventaglio di sistemi di sicurezza, che ben presto portarono alla nascita di nuove soluzioni, forse avveniristiche per il periodo, che di fatto avrebbero aperto, di lì a poco, una nuova era tecnologica.

L’esperimento con la telecamera di Walter Zimdahl

Era il 1982 quando a Walter Zimdahl venne una brillante idea, nata, a suo dire, quasi per caso. Utilizzare una telecamera televisiva portatile come un vero e proprio occhio umano e collegarla ad un sistema di sterzatura elettrica.

L’idea di rivelò rivoluzionaria e come cavia, per la sperimentazione del suo primo sistema di sterzo automatico, Walter Zimdahl decise di utilizzare una Golf II serie.

Dalla relazione sull’OPTOPILOT di Zimdahl  alla conferenza  della VDI intitolata “L’elettronica sui veicoli a motore” del 1986.

“La valutazione dell’immagine era in linea di massima piuttosto semplice”, ricorda Zimdahl. “Si concentrava sul contrasto tra la segnaletica orizzontale e la superficie stradale, che veniva rilevato dalla telecamera e quindi convertito dal processore in segnali di controllo dello sterzo. In questo modo i microprocessori venivano utilizzati per sviluppare dispositivi di calcolo rapido in grado di far procedere autonomamente un veicolo su una strada a doppia carreggiata con normale segnaletica. L’idea di fondo era “imitare le principali funzioni umane e sterzare attraverso strumenti tecnici”.

La telecamera compatta CCD come occhio

“Questa telecamera era grande quasi come una custodia per occhiali e grazie ad una lente grandangolare, monitorava una zona compresa tra 4 e 25 metri di fronte al veicolo”.

Ma come si insegna a un’automobile a “pensare” e sterzare, oltre che a vedere?

“Sistemi elettromeccanici di sterzo sarebbero stati utili, ma a quel tempo non erano ancora disponibili”, afferma Zimdahl. “Quindi installammo un motore elettrico parallelo alla colonna dello sterzo e lo collegammo, attraverso un riduttore, direttamente allo sterzo”.

I risultati si videro subito

“Ovviamente, c’era sempre qualcuno al posto di guida con le mani poggiate sulle gambe, pronto a intervenire in caso di emergenza”, spiega Zimdahl. “Tuttavia, non furono necessari interventi umani, neppure nel corso dei primi tentativi che si svolsero sulla pista di prova della Volkswagen, come parte di una ricerca accademica condotta da due studenti della Università Tecnica di Braunschweig. Grazie a questo sistema, riuscimmo a guidare con lo sterzo automatico fino a una velocità di 100 km/h”.

Con “Caroline” ci avviciniamo al presente

“Caroline” è il nome della Volkswagen Passat B6 con cui fu mostrata al pubblico, nel 2008, la possibilità di integrazione di diverse soluzioni elettroniche. Grazie all’iniziativa condotta dall’Università Tecnica di Braunschweig che dimostrò come combinare insieme diversi sistemi: telecamere, laser e radar.

Sedric, il prototipo concepito sin dall’inizio per la sola guida autonoma

Il lavoro è stato incessante e la ricerca proseguita dietro le quinte per decenni. I pionieri dell’elettronica come Walter Zimdahl hanno avuto prima di altri la visione del futuro ed il loro lavoro ha rappresentato la base per l’approccio alla guida autonoma di Livello 5.

SEDRIC (SElf-DRIvingCar) prototipo del Gruppo Volkswagen, rappresenta la visione realistica di un futuro in cui i veicoli a guida autonoma faranno parte della vita quotidiana…



DavideMontella.itDavide Montella, Giornalista Pubblicista Docente di educazione e sicurezza stradale, Co-autore e conduttore di TV Motor & Fashion, Istruttore di Guida (Sicura, Sportiva, Veloce, Drifting, Guida Sicura/Difensiva), Istruttore di guida sicura per ASC Quattroruote, Co-fondatore e Direttore Commerciale di “Guidare Sicuri“, Referente tecnico ACI-Delegazione Napoli e se, non dovesse bastare,… leggi il resto su davidemontella.it